Eccoci ad un’altra puntata sul Fintech: nell’approfondimento di oggi ci focalizziamo su una tipologia di crowdfunding, ovvero l’invoice trading.
Siete una PMI che fatica ad accedere al credito bancario? Fate fatica a riscuotere le fatture dai vostri clienti? L’epidemia Covid-19 non ha fatto altro che peggiorare la situazione e ora temete il peggio? Forse l’invoice trading è quello che può fare per voi.
Di cosa si tratta?
Trattasi sostanzialmente di un anticipo fatture, ossia della cessione, da parte di una PMI (cedente), di fatture commerciali dei propri clienti attraverso una piattaforma online a un investitore (cessionario), che anticipa l’importo delle fatture al netto della remunerazione prevista.
Ma come funziona nello specifico?
Innanzitutto le PMI si registrano sul portale prescelto e presentano la richiesta di cessione delle fatture. La piattaforma valuta poi le proposte ottenute sulla base di indicatori e attribuisce a queste ultime un rating. Una volta che le proposte sono state accettate, le fatture vengono pubblicate nel portale e si dà così il via alla competizione tra gli investitori, che possono acquistarle con 3 modi differenti: asta al rialzo¸ offerta competitiva o acquisto diretto da parte della piattaforma, o cartolarizzazione attraverso asset backed securities [trattasi di tipi di obbligazioni emesse a fronte di un’operazione di cartolarizzazione, ossia il processo con cui dei crediti illiquidi (cioè di difficile smobilizzo), vengono trasformati in titoli obbligazionari liquidi. Gli ABS sono garantiti da collaterali, cioè da attività finanziarie o reali di importo relativamente esiguo e illiquide, che singolarmente sarebbero difficilmente negoziabili (es.mutui garantiti da ipoteche su immobili, crediti per l’acquisto di auto). Così come le obbligazioni inoltre, anche gli ABS pagano al possessore delle cedole a scadenze prefissate sulla base di un tasso di interesse].
All’investitore spetta, in cambio dell’acquisto della fattura, un rendimento pari alla differenza tra il valore totale della fattura e il prezzo di acquisizione della stessa. Quest’ultimo anticipa entro le 48 ore successive l’85-90% dell’importo della fattura, mentre il saldo (al netto della remunerazione dell’investitore), verrà liquidato a chi ha ceduto la fattura stessa, al momento della scadenza.
Trattandosi di una forma alternativa al factoring, proprio come quest’ultimo si divide in pro-solvendo e pro-soluto. Nel primo caso, il cedente rimane responsabile in caso di mancato pagamento del totale della fattura da parte del suo cliente nei confronti del cessionario. Nel secondo caso invece, che è quello che si è consolidato nel nostro paese, è il cessionario che si accolla il rischio di insolvenza da parte del cliente.
Ma chi cede le fatture e chi le acquista?
La clientela che fa maggiormente ricorso all’invoice trading è caratterizzata da PMI che fanno fatica ad accedere al credito a causa della stretta creditizia attuata dalle banche.
Per quanto riguarda i cedenti, spesso sono le stesse piattaforme istituiscono dei limiti relativamente alla clientela che può accedervi (quindi possiamo dire che non hanno un orientamento del tutto “crowd”); possono essere limiti relativi al fatturato, alla forma societaria, al settore di appartenenza.
I cessionari invece sono caratterizzati da banche, intermediari finanziari, imprese di assicurazione, società veicolo per la cartolarizzazione dei crediti e i privati.
E quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
Vantaggi:
L’invoice trading garantisce: velocità rispetto ai canali tradizionali, semplicità di utilizzo del servizio, flessibilità del credito e trasparenza. Le società, incassando anticipatamente le fatture, possono inoltre migliorare lo stato del loro capitale circolante, garantendo quindi anche un maggior equilibrio al bilancio. Questo può avere dei risvolti positivi al momento dell’analisi dei flussi e di indicatori come: CCN, posizione finanziaria netta, e DSCR (ossia Debt Service Coverage Ratio), che è anche uno degli indicatori da monitorare come previsto dal Nuovo Codice della crisi d’impresa.
Altro vantaggio, non trascurabile: non è il proprio rating di cedente ad essere importante (questo potrebbe essere uno dei problemi che inibisce l’accesso al credito tradizionale), ma il rating del credito ceduto: anche se io non sono un cliente “buono” il credito che ti sto cedendo lo è, perché è in capo ad una azienda considerata un buon pagatore. Ecco che il mio rating non influenza la mia possibilità di accesso al credito: ed è un elemento di grande importanza.
Svantaggi:
Tra gli svantaggi invece emergono: tasso di interesse solitamente non competitivo rispetto a quello del circuito bancario; accettazione di fatture emesse solo nei confronti di società di capitali (non fatture verso P.A.) e impossibilità di suddividere il valore della fattura tra più investitori. Questo ultimo aspetto significa che l’importo di una determinata fattura, che può essere acquistata dagli investitori, non può essere suddivisa in tante quote come accade invece ad esempio nell’equity crowdfunding (in questo caso infatti è possibile l’acquisto, da parte di investitori che diventeranno poi soci, di quote di startup innovative o PMI che hanno bisogno di essere finanziate attraverso una piattaforma online).
Principali piattaforme
Tra le piattaforme più comuni in Italia, a titolo indicativo, segnaliamo:Workinvoice, CashMe, Credimi e Cashinvoice. È sempre opportuno leggere i regolamenti della piattaforma, perché, all’interno del meccanismo che abbiamo descritto, ciascuno ha delle differenze operative. Qui trovate alcuni link: che aspettate?
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