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COME SI FA IL BUSINESS PLAN

Gen 18, 2023 | Aziende e professioni, Fisco e contabilità, Management e direzione | 0 commenti

REDAZIONE DEL BUSINESS PLAN: GLI ERRORI DA NON FARE.

Torniamo a parlare di business plan.

In questa occasione vogliamo farti riflettere sui possibili errori da evitare nella sua redazione e che falsano la rappresentazione corretta dei dati prospettici. Conoscere gli eventuali errori che si possono commettere è infatti il miglior modo per non farli.

Gli errori possono insinuarsi in varie fasi di elaborazione di un business plan e possono riguardare: 

  1. Lo scopo del documento: spesso si realizza un B-plan  (o “piano“) più per i  soggetti esterni all’azienda, come le banche, per ottenere, ad esempio, un finanziamento, piuttosto che per gli stakeholders interni. Questo  tipo di B-plan priva il documento di uno dei suoi scopi cardine, ossia permettere ai soggetti interni all’impresa di conoscere il suo andamento attuale e di capire la gestione futura, monitorando le varie aree aziendali e la liquidità; questo aspetto è fondamentale per comprendere cosa fare per garantire la continuità aziendale. Quindi sarebbe opportuno chiedersi sempre qual è lo scopo del B-plan prima di redigerlo.
  2. La flessibilità del piano: la versione di un piano non è solo una: vanno considerate adeguatamente le ipotesi alternative o peggiorative di un contesto economico. È importante effettuare un’analisi di tipo what if e ipotizzare il c.d. worst case (caso peggiore). Fare delle ipotesi di stress prepara a prendere decisioni in caso di bisogno, avendo già contezza dei “punti di emergenza”  o di Break-Even oltre i quali è opportuno non andare.  Inoltre deve esserci la variazione del modello di B-plan al variare delle circostanze; proprio per questo, il piano deve essere aggiornato periodicamente.
  3. I dati: attenzione all’esposizione corretta ed esaustiva di tutti i dati nel B-plan; vi è il rischio che i dati non vengano adeguatamente descritti, rendendoli così poco interpretabili per il lettore. 
  4. La struttura: il piano è composto da una parte descrittiva e da una quantitativa, che sono una lo specchio dell’altra. E’ importantissimo realizzare un modello in cui tali due aree appaiano legate l’una dall’altra. È fondamentale che ogni elemento economico/patrimoniale trovi giustificazione nella parte descrittiva. 
  5. Analisi della concorrenza: un errore da evitare è dare poca importanza o sbagliare l’analisi comparativa con altre imprese del settore. Per l’analisi è fondamentale scegliere il giusto benchmark di paragone e cercare di far emergere quel qualcosa in più che l’azienda ha rispetto alle concorrenti.
  6. Il contenuto: spesso viene data poca importanza all’executive summary che invece, essendo il riassunto introduttivo di tutto il piano, rappresenta proprio la parte a cui presta maggior attenzione uno stakeholder esterno, come una banca o un altro finanziatore. Inoltre: 
    • per quanto riguarda le informazioni sul personale, è importante indicare i profili, non solo quelli di rilievo, predisponendo anche un piano di crescita dell’organico, nel caso ad esempio delle start-up;
    • è poi fondamentale riportare nel business plan tutti i rischi potenziali su cui potrebbe imbattersi l’impresa, in modo da dimostrare l’effettiva fattibilità del piano. Ciò è possibile ad esempio tramite un’analisi SWOT, che mette in evidenza i punti di forza e quelli di debolezza e tramite una matrice probabilità/danno;
    • infine è opportuno inserire una sezione dedicata alle nuove tecnologie, da considerare non solo come innovazione e progresso, ma anche come possibile rischio.

Come hai visto, i potenziali errori che si possono commettere nella redazione di un business plan sono molteplici e, in tal caso, potrebbero facilmente compromettere la sua veridicità e correttezza. 

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