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Test sul nuovo Codice della Crisi d’Impresa: la situazione delle aziende preoccupa

Feb 27, 2020 | Aziende e professioni, Management e direzione | 0 commenti

Tutti abbiamo sentito parlare dell’introduzione del nuovo Codice della crisi d’impresa e probabilmente abbiamo iniziato ad analizzare gli indicatori della crisi introdotti, ma ci siamo mai chiesti quante aziende possono venire sconvolte da questa nuova introduzione?

Si è occupato proprio di questo l’Ordine dei commercialisti di Milano, che ha effettuato un’analisi su un campione di 500.000 aziende con fatturato superiore a 10.000 euro e non in liquidazione. I risultanti, nonostante sia emerso che il 60% delle aziende non ha problemi, non sono tranquillizzanti e di certo non sono in linea con l’intento iniziale del legislatore, ossia quello di accorgersi tempestivamente dei segnali della crisi e attuare pronti interventi per evitare il peggio.

Sul campione di imprese analizzate dall’Ordine, emerge:

  • Il 40% delle aziende ha un indicatore non conforme; 
  • Il 12% circa delle imprese presenta ben tre indicatori non conformi;
  • Il 9% delle aziende ha un patrimonio netto inferiore a 10.000 (ricordiamo che il solo PN negativo, a prescindere dagli altri indicatori, è già indice di crisi).

L’aspetto maggiormente preoccupante risiede nel fatto che, le sole aziende con il patrimonio netto inferiore a 10.000, impiegano 285.000 persone e creano fatturato per 33 milioni di euro. Si può ben immaginare quindi che l’impatto sociale ed economico del nuovo codice introdotto sarà purtroppo dirompente. 

Viste queste e le numerose altre perplessità che ha suscitato il nuovo Codice, non ci resta altro che restare in attesa dell’emanazione, da parte del ministero della Giustizia, del decreto correttivo al Codice, che verrà approvato alle Camere nei primi mesi del 2020.

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